Pitti Fragranze 21 – Il meglio dello show
2023 . 09 . 28 |
Si chiude il sipario sulla ventesima edizione di Pitti Fragranze e mentre rientro a Milano sotto una pioggia torrenziale, una copertina patchwork di facce amiche e nuove conoscenze mi scalda il cuore. Mentre lavoro al mio laptop in treno, lascio decantare le prime impressioni sulle scoperte profumate, così che si posino come i primi tasselli di un puzzle più grande che necessiterà di settimane risentendo tutte le novità fra 189 espositori (di cui 140 stranieri) per tracciare un’idea più precisa. Perciò state certi che mi sono perso diverse cose sorprendenti che spero riuscirò a sentire prossimamente.
Perception Reinvented – Percezione Reinventata: il tema di quest’anno ci fa salpare per un viaggio oltre i tradizionali confini della percezione in una summa sensoriale che unisce arte, artigianato ed artificio. Sempre di più il mondo del profumo fonde queste espressioni in un linguaggio colorato, fluido e contemporaneo supportato dall’IA nel contesto del metaverso per coinvolgere un pubblico più giovane. Questo è anche il tema che mette a fuoco l’installazione Symbiotic Experience situata nello Spazio Alcatraz della Stazione Leopolda che si avvale delle musiche composte ad hoc da Alessandro Meistro. Le giornaliste e curatrici Paola Gariboldi e Susanna Macchia hanno chiamato a raccolta quattro artisti digitali assieme a quattro profumieri nell’esplorazione di nuove possibilità per sentire e gustare il profumo.
Symbiotic Experience: Darkness Rewind, Nebulosa, Ethereal Blossom, Shaping Nature, da sinistra a destra, dall’alto in basso ©AKAstudio-collective
Darkness Rewind
Fragranza di Serge Majoullier (un fiorito cipriato intriso di cacao) – Mane
Opera d’arte digitale di Giovanna Sala
Nebulosa
Fragranza di Coralie Spicher (un lampone glassato lucidissimo avvolto nel pluriball) – DSM Firmenich
Opera d’arte digitale di Gisella Alfieri Sabattini
Ethereal Blossom
Fragranza di Alberto Morillas (una gelatina alla rosa coperta di rugiada, adagiata su un letto di tulle muschiato) – DSM Firmenich
Opera d’arte digitale di Bonnie Tsang
Shaping Nature
Fragranza di Jérôme Di Marino (un bouquet narcotico di fiori bianchi intinto in un infuso di microchip) – Mane
Opera d’arte digitale di Alex Valentina
Alla conferenza di presentazione della mostra, i profumieri Coralie Spicher e Jérôme Di Marino hanno raccontato il loro processo creativo, mentre la neuro-scienziata Anna D’Errico ha sottolineato l’importanza dell’uso di parole specifiche da fornire agli strumenti basati sull’intelligenza artificiale che nei creatori di fragranze e di contenuti visivi innescano specifiche aree del cervello, facilitando la traduzione delle immagini in odori.
Siamo agli albori, eppure l’Intelligenza Artificiale è nell’aria da tempo sufficiente affinché chi guarda avanti se ne possa avvantaggiare. È il caso di Barbara Loddo, fondatrice di Agarthi Scent Core. Traendo ispirazione dalla teoria della terra cava celebrata in miti e leggende millenarie, Agarthi distilla un mondo fantastico in quattro fragranze caleidoscopiche sviluppate con i profumieri di Mane ponendo particolare attenzione all’uso di ingredienti sostenibili. Come ha spiegato la Signora Loddo nel talk “Agarthi, il profumo del Metaverso”, questo immaginario potente libera la creatività così come fanno l’IA ed il metaverso, di conseguenza è venuto naturale utilizzarli per dar forma all’identità visuale e alla comunicazione del marchio, rendendolo coinvolgente e facilmente comprensibile a tutti, dai boomer alla genZ.
Ecco infine le scoperte più interessanti fatte gironzolando per gli stand.
La mia esplorazione inizia da una certezza granitica, Olivier Durbano che occupa lo stesso spazio vicino all’ingresso da molti anni. Una nuova gemma si aggiunge ai suoi Parfums des Pierres-Poême, Pierre Blanche Prophétie 19 : 1.0, la pietra bianca che regala un’interpretazione molto personale della luminosa assoluta di ambretta, con un pizzico del suo amatissimo incenso. Raggiante di candore e serenità, la fragranza è come una camminata nella foresta al mattino, inalando l’alito talcato e muschiatissimo degli alberi.
Un’altra novità da coccole che ho incrociato è Oh my deer di Baruti, di cui mi ero perso il lancio ad inizio anno nella vastità della location ad Esxence. Il profumiere Spyros Drosopoulos ricrea la tenera sensazione del cervo muschiato piuttosto che il suo erotismo esplicito con una miscela dei muschi più avvolgenti ed eleganti rischiarata dall’effervescente pepe di Sichuan che ricorda la verbena e dal glamour saponoso delle aldeidi che scivola sulla pelle come un abito nude-look tempestato di cristalli.
Dopo alcuni anni di assenza, il gradito ritorno di Maria Candida Gentile a Fragranze è nel segno del nuovo Viridarium, una creazione ispirata al tipico giardino delle ville patrizie romane. A partire dal famoso affresco trovato nella villa dell’imperatrice romana Livia Drusilla, quasi un manuale di botanica e paesaggistica, la profumiera ha composto un bouquet senza tempo di agrumi, camomilla, erbe dolceamare e legni resinosi infusi del suo caratteristico tocco emozionale.
Passando dall’impero romano all’età d’oro della Profumeria, finalmente sono riuscito a testare la rediviva Maison Bienaimé che rinverdisce il glamour degli anni ’40 e perdinci, oggi abbiamo un bisogno disperato di tornare a quella gentilezza ed eleganza, godendoci il piacere del profumo ad un ritmo più umano. Fondata nel 1935 dal profumiere uscente di Houbigant Robert Bienaimé, la casa era piuttosto famosa anche per il makeup. Chi meglio di loro poteva rendere alla perfezione la femme coquette parigina? Guance bamboleggianti e labbra di un rosso voluttuoso, Vermeille è assolutamente da provare.
Una delle tendenze emerse a Fragranze 21 è sicuramente quella di applicare il profumo senza spruzzarlo. In linea con la leggera flessione dei nuovi lanci, la clientela frastornata in cerca di una profumeria più lenta, meno muscolare e bulimica trova soddisfazione in marchi come Vérsatile Paris e Alexx and Anton. Convinto che “le dimensioni non contano”, il primo offre profumi senza alcol in formato da 15ml roll-on non solo abbordabili, ma che si possono facilmente infilare in tasca o in borsa. Il packaging secondario è colorato ed essenziale, totalmente instagrammabile, mentre le fragranze sono semplici e ruffiane. Tuttavia alcune hanno un piglio particolare come Rital Date, ispirato all’Italia con un tripudio di pistacchio e basilico.
Il secondo è un duo creativo berlinese proveniente dalla moda che ha debuttato nello scenario profumato con una collezione capsule di due fragranze in edizione limitata, Vaudou and Coquet composte dal profumiere Will Inrig. L’ispirazione è il ragazzo prodigio ed il suo percorso verso la consapevolezza dell’età adulta. Un’ambrato incantevole, il primo fonde le resine dolci e minerali alle note affumicate del cuoio. Intensamente floreale grazie ad un bouquet di rosa, ylang-ylang e garofano, il secondo è così untuoso di note solari e accenti chypre da non riuscire a staccare il naso. Lo chic assoluto però è il flacone di porcellana giapponese con il classico tappo da parfum da usare per applicare poche gocce sui punti caldi.
Ultimo ma non meno importante, c’è il fiorire di marchi provenienti da aree emergenti che continua a portare una ventata di aria fresca come nel caso del profumiere autodidatta armeno Voskanian (al suo terzo salone fiorentino) che ha lanciato Histoire d’une rose, notevole rosa chypre costruita sulla croccantezza dell’olio di rosa da Aragyugh, nell’altopiano armeno che regala sentori simili alla rosa di Taif. Due linee interessanti al debutto sullo scenario italiano sono sicuramente Aura of Kazakhstan e il marchio coreano BORNTOSTANDOUT.
Il primo brand kazaco trae ispirazione da questa terra lontana e misteriosa, con le sue cime svettanti e la natura incontaminata. È la terra dei tulipani e del petrolio a cui è dedicato Black Gold, un seducente cuoio fumoso con bagliori metallici composto da Lucas Sieuzac. La linea coreana colpiva soprattutto per lo stand assertivo e vivace in rosso e bianco che poteva essere tranquillamente il set di un episodio di Squid Game. I profumi sono piacevoli e, nonostante buona parte sia piuttosto dolce e lineare come Indecent Cherry che odora proprio di sciroppo all’amarena, è comunque interessante questo primo contatto fra diverse culture.