La Bulgaria è in lizza con la Francia per il primato nella produzione di lavanda. Più volte in passato questi due paesi si sono alternati nel posizionarsi al vertice della classifica dei produttori di questa pianta e recentemente pare che la Bulgaria abbia riconquistato il primato a causa di un’infezione batterica che ha piegato le coltivazioni francesi. A causa della manodopera a bassissimo prezzo, la lavanda bulgara può essere venduta a meno della metà del prezzo di quella francese, tuttavia pare che quest’ultima sia di una qualità decisamente superiore. ..

Da recenti ricerche si è potuto constatare che i consumatori cinesi sono particolarmente propensi ad approcciarsi al mondo della profumeria come nuova forma di espressione. Non avendo una cultura centenaria nazionale basata su moda e lusso, si mostrano ancora più inclini dei loro “colleghi” occidentali a sperimentare accostamenti inconsueti e azzardati e ad utilizzare il profumo come vera e propria firma olfattiva.

Come può la tecnologia venire in contro e combinarsi con un lavoro così metodico e antico fatto di cura e tradizione come quello del profumiere? Grazie a tool basati sull’intelligenza artificiale e sul machine learning che permettono al profumiere di creare essenze senza nemmeno toccare gli ingredienti.

Un interessante articolo che spiega che come la Cina ha applicato il C2M model e quale sarà il futuro di questo trend: la nuova frontiera della customizzazione, che permette al consumatore di avere un prodotto creato per i suoi bisogni e le sue preferenze o addirittura, grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale, in grado di prevederle.

Nata e cresciuta in America, Ann decide di diventare profumiera nel 1912, dopo la morte del marito. Il suo approccio, rivoluzionario per l’epoca, consisteva nel creare un profumo in seguito ad un colloquio con il cliente in modo da identificare le note che meglio rappresentassero la sua personalità. Sperimentò anche i profumi d’ambiente e creò un profumo per uno spettacolo di Broadway. Le sue consulenze erano aperte a chiunque desiderasse parlare con la “psicologa del profumo”. Venne poi schiacciata dalle grandi compagnie che iniziarono a produrre fragranze brandizzate e morì così nel 1958 dopo essersi ritirata a vita privata in Connecticut.

Anche il mercato del beauty asiatico ha sofferto le conseguenze della pandemia, ma ha anche saputo trovare soluzioni per adattarsi alla situazione e rimanere a galla, come ad esempio l’istituzione di lezioni di benessere, dirette e video tutorial per rimanere in contatto con la propria clientela e l’utilizzo di applicazioni che garantiscano assistenza e consulenze virtuali…

L’azienda giapponese Aromajoin ha lanciato e reso disponibile al pubblico (prima poteva essere acquistato solo dai rivenditori e dalle agenzie di intrattenimento) l’Aroma Shooter, un dispositivo che, connesso a un device e grazie all’uso di diverse app gratuite o a pagamento, permette di poter assaporare un profumo direttamente dalla comodità di casa propria…

Con il lockdown molti marchi si sono dovuti adeguare alle nuove disposizioni di legge che hanno portato ad un significativo cambiamento delle abitudini di acquisto dei consumatori. In questo articolo troviamo alcuni esempi di brand hanno saputo sfruttare positivamente questo momento per sviluppare tool e applicazioni che permettessero agli utenti, grazie ai progressi tecnologici dell’intelligenza artificiale, di poter essere assistiti e coccolati per godere di un’esperienza di acquisto il più simile possibile a quella in-store.

Nessuno sa cosa accadrà nel periodo post-covid né esattamente se e quando si potrà parlare effettivamente di un mondo post-pandemia… Tuttavia questo articolo prova a dare 8 suggerimenti da seguire per far sì che i marchi e i rivenditori di beauty possano cercare di restare sulla cresta dell’onda.